Saluto il Presidente, l’Assessore e tutti i componenti la commissione, ringrazio per la convocazione e tenterò di dare qualche spunto senza entrare in merito dal punto di vista tecnico sul disegno di legge n.371 e n. 372
Parlare del bilancio regionale in momenti di crisi è difficile perché si è portati a considerare solamente alcune voci come veramente importanti e necessarie, proprio in quelle si vorrebbe indirizzare la maggior parte delle disponibilità finanziarie che, una volta decurtata le spese fisse, non sono tantissime. Come da anni vengono prima le medesime e reali necessità: sanità, trasporti, istruzione e lavoro.
Ognuno di noi vorrebbe risolvere i tanti problemi mettendo a disposizione il massimo su queste voci di bilancio, ma credo che ciò non sia possibile, perché in una regione in crisi perenne, tutti i settori sono in difficoltà e tutti i settori necessitano di aiuto pubblico.
Leggendo la manovra si nota che queste voci sono state tutte prese in considerazione e tutte valutate attentamente dal proponente: sanità a cui va una gran parte delle risorse finanziarie disponibili; giustamente il nostro auspicio è che oltre alla disponibilità finanziaria, ci sia maggiore efficienza e che le risorse siano usate in modo da rendere un servizio più efficiente con meno sprechi, meno liste d’attese, più servizi domiciliari, più attenzione per il malato. È necessario che i presidi sanitari del centro Sardegna riprendano a dare i servizi, potenziando in particolare il pronto soccorso.
efficientamento energetico, la guerra inaspettata e incomprensibile ha messo a nudo un problema già esistente: l’alto costo dei combustibili e l’eccesiva immissione di co2 in atmosfera.
In Sardegna abbiamo oltre 300 giorni l’anno di giornate soleggiate, dovremmo fare uno sforzo per incoraggiare e in particolare aiutare economicamente le famiglie perché possano usufruire di un’energia pulita, senza comunque consumare terreno fertile.
Io analizzo sempre i fatti partendo dal piccolo per capire cosa si possa fare, un po’ come nel sillogismo. Ebbene nel palazzo comunale del mio paese sono stati installati i pannelli solari e nonostante ci sia un grande consumo energetico la produzione è sufficiente per tutte le esigenze; questo dimostra che in Sardegna le fonti energetiche alternative sono possibili. Ci auguriamo che si trovi un metodo per aiutare chi vuole utilizzare questi nuovi sistemi per l’approvvigionamento energetico nelle case e nelle campagne.
Assistenza socio sanitaria, In un Isola che continua a invecchiare a causa della fuga dei giovani si ha necessità di due cose : assistenza socio sanitaria e una politica che invogli i giovani a investire in attività lavorative e culturali. Nell’isola, come ho avuto l’opportunità di dire all’assessore Fasolino, è necessario ripensare all’istruzione, che non può essere liceale tecnica e coreutica solamente, ma anche professionale perché il 60% dei giovani, se non avranno questa opportunità non potranno avere un futuro dignitoso e vivranno sempre ai margini della società. Stiamo notando come manchino tanti lavoratori artigiani perché, non essendoci scuole ed essendo troppo complicato l’istituzione del tirocinio a breve mancheranno elettricisti meccanici muratori ecc.La scuola (edifici scolastici) a parte la provincia di Nuoro, dove c’è stata sempre molta attenzione da parte della provincia, le scuole sono decadenti, spesso pericolose, molte costruite a inizio ‘900, ma sono in peggiore stato quelle costruite negli anni ’60/70, la maggior parte di queste sicuramente hanno necessità di manutenzione straordinaria.Il tentativo di industrializzazione della Sardegna del recente passato ha dato risultati deludenti, spesso avversi, per cui bisogna ripensare alla economia più confacente all’isola: Una speciale attenzione dovrebbe essere posta al comparto agricolo- pastorale e pesca. Per l’agricoltura si è fatto abbastanza irrigando diverse zone, ma manca ancora molto, troppi ettari non sono irrigui, si può pensare alla costruzione di piccole dighe o laghetti per superare indenni i lunghi, sempre più lunghi mesi estivi. Altro grosso problema è la parcellizzazione dei fondi rustici, con questo sistema le imprese agricole sono penalizzate, dovendo coltivare fazzoletti di terra. Da considerare poi il tempo perso dalle macchine agricole e il l’inutile consumo di carburante o alle greggi che spostandosi da un terreno all’altro invadendo le strade con pericolo per gli automobilisti e gli stessi animali.
Pesca, la posizione geografica al centro del Mediterraneo con uno sviluppo costiero di 1849 Km e con 15.000 ettari di zone umide ad elevata produttività può e deve essere un importante attività economica. A tali condizioni si associano quelle ambientali con la presenza di importanti Aree Marine Protette e Parchi Regionali contenenti pregevoli sistemi lagunari. Eppure acquistiamo oltre il 75% di pescato perché? Non esiste una mentalità per questa attività, siamo ancora ancorati solamente all’economia agro pastorale. in Sardegna manca tuttora una flotta dei pescherecci di alto mare, che con l’itti turismo potrebbero diventare una realtà economica importante. A breve la Confsal Pesca presenterà un piano pesca alla Regione per individuare le criticità del comparto in Sardegna.
INCONTRO CON IL SEGRETARIO GENERALE
L'occasione del viaggio a Roma per l'udienza pontificia è stato...